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Trattamenti

I trattamenti più importanti in breve.

Angioplastica coronarica

Aggiornato il 11 maggio 2022

Con l’angioplastica coronarica si dilatano le arterie coronarie ristrette senza dover ricorrere a un’operazione, ristabilendo un sufficiente apporto di sangue al miocardio.

Procedimento

un sottile tubo di plastica (catetere) munito di un palloncino (raramente anche di un dispositivo per raschiare) viene introdotto in anestesia locale in un’arteria della regione inguinale e spinto in direzione del cuore fino alla stenosi coronarica. Il palloncino viene gonfiato fino al diametro della coronaria (da 2 a 5 millimetri), dilatando così l’arteria ristretta.

Talvolta la dilatazione della stenosi coronarica non assicura ancora un flusso sanguigno sufficiente. In questi casi si può inserire una sottile reticella metallica tubolare (stent) come sostegno per il vaso sanguigno. Lo stent rimane nell’arteria e dopo alcune settimane viene ricoperto da tessuto vascolare neoformatosi.

Durata

L’intervento dura da una a due ore. Poi il paziente viene sorvegliato e per un po’ di tempo deve restare coricato con una fasciatura compressiva sul punto in cui è stato introdotto il catetere. Di solito può lasciare l’ospedale il giorno dopo l’angioplastica coronarica.

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L'angioplastica coronarica

Grazie all'angioplastica coronarica o dilatazione delle coronarie è possibile dilatare con un catetere a palloncino e/o uno stent (reticella metallica di sostegno) una coronaria ristretta. Così si assicura di nuovo l'irrorazione sanguigna del miocardio senza che sia necessaria un'operazione. L'opuscolo descrive i preparativi e lo svolgimento di questo intervento effettuato frequentemente.

Opuscolo

9. Capitolo Trattamenti

Angioplastica periferica

Con l’angioplastica è possibile dilatare un’arteria ristretta o ricanalizzarne una occlusa, ristabilendovi il flusso sanguigno normale. L’angioplastica si impiega soprattutto per dilatare coronarie (angioplastica coronarica) o arterie delle gambe (angioplastica periferica) ristrette.