Trattamenti
I trattamenti più importanti in breve.
Impianto di un pacemaker
Un pacemaker è un apparecchio di titanio delle dimensioni di pochi centimetri che viene impiantato nel torace sotto la pelle. Nell’involucro si trovano la batteria e il dispositivo elettronico. Tramite una sonda il pacemaker è collegato al miocardio. Il pacemaker può eliminare diversi disturbi del ritmo cardiaco: in caso di ritmo rallentato o di arresto cardiaco temporaneo emette un impulso elettrico che stimola il cuore a battere normalmente.
Procedimento
In anestesia locale, attraverso una piccola incisione praticata nella pelle, si introduce la sonda in una vena e la si sospinge fino al cuore. Sotto controllo radiologico l’estremità della sonda viene fissata saldamente alla punta del ventricolo destro. Se il pacemaker lavora con due sonde, la seconda si fissa allo stesso modo nell’atrio destro.
L'intervento
L’intervento chirurgico comporta soltanto un piccolo rischio, si può effettuare senza problemi anche su persone anziane e non richiede preparativi particolari.
Vita di tutti i giorni
Le persone che portano un pacemaker possono dedicarsi alla professione, a sport e hobby come di consueto. Gli elettrodomestici non hanno alcun influsso sul pacemaker; anche i telefoni senza fili per uso domestico e le reti di collegamento senza fili per i computer non comportano problemi. Nell’uso dei telefoni cellulari si deve rispettare una distanza di sicurezza di almeno 20 cm e il cellulare non va portato nel taschino della giacca. Occorre rispettare delle distanze di sicurezza anche per certi altri apparecchi elettrici. Di solito gli impianti che possono pregiudicare il funzionamento del pacemaker sono opportunamente contrassegnati (per esempio i passaggi di controllo-sicurezza negli aeroporti).
Sistemi di supporto cardiaco (VAD)
Per i pazienti affetti da insufficienza cardiaca in fase avanzata sono disponibili sistemi di supporto cardiaco. Solitamente questi vengono impiantati nel periodo di attesa di un trapianto di cuore, ma sempre più spesso vengono utilizzati anche come cosiddetta «destination therapy», cioè fino a fine vita.