2 3 i Stock 1132357966 copy

Trattamenti

I trattamenti più importanti in breve.

Medicamenti

Aggiornato il 11 maggio 2022

Nella maggior parte delle malattie cardiovascolari, per curarle i pazienti devono prendere dei medicamenti.

I gruppi più importanti di medicamenti cardiovascolari sono i seguenti:

  • Medicamenti antiipertensivi, che abbassano la pressione arteriosa troppo alta (inibitori dell’ACE, antagonisti dell’angiotensina II, diuretici, beta-bloccanti, antagonisti del calcio).
  • Medicamenti per trattare disturbi del ritmo cardiaco (antiaritmici).
  • Medicamenti che migliorano la funzione del cuore quale pompa premente (digossina).
  • Medicamenti che abbassano tassi sanguigni troppo elevati dei lipidi (ipolipidemizzanti).
  • Medicamenti che dilatano rapidamente i vasi sanguigni (nitrati).
  • Medicamenti che riducono il rischio di formazione di coaguli di sangue e quindi di trombosi (antiaggreganti = inibitori dell’aggregazione dei trombociti, anticoagulanti).

Inibitori dell’ACE (Angiotensin Converting Enzyme = enzima di conversione dell’angiotensina)

Il sistema renina-angiotensina-aldosterone è un sistema ormonale complesso che svolge un ruolo determinante nella regolazione della pressione arteriosa e nel bilancio dei liquidi. La renina, prodotta dai reni, causa la formazione dell’angiotensina I. Per influsso dell’enzima di conversione dell’angiotensina (abbreviato ACE) l’angiotensina I è trasformata in angiotensina II, che provoca una vasocostrizione dei piccoli vasi sanguigni e quindi un aumento della pressione. L’angiotensina II stimola anche la secrezione dell’ormone aldosterone, che inibisce l’eliminazione di sale ed acqua aumentando in tal modo il volume del sangue e facendo pure salire la pressione. Gli inibitori dell’ACE inibiscono la trasformazione dell’angiotensina I in angiotensina II, abbassando così la pressione. Sono molto indicati per alleviare il lavoro del cuore in caso di ipertensione e soprattutto anche di insufficienza cardiaca.

Antagonisti dell’angiotensina II

Gli antagonisti dell’angiotensina II bloccano l’effetto dell’angiotensina II direttamente a livello delle cellule interessate. Dato che allora l’angiotensina II non può più agire la pressione si abbassa. Gli antagonisti dell’angiotensina II alleviano il lavoro del cuore anche dopo un infarto cardiaco o in caso di insufficienza cardiaca. Per il loro largo spettro d’azione e l’ottima tollerabilità si usano molto frequentemente.

ARNI

ARNI sono bloccanti dei recettori dell’angiotensina II (ARB) associato a un inibitore della neprilisina. Questi medicamenti si somministrano al posto di un inibitore dell’ACE o di un ARB. Alleggeriscono il lavoro del cuore sia provocando una vasodilatazione che migliorando l’escrezione di sale e acqua in eccesso.

Inibitori della renina

Gli inibitori della renina agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone legandosi alla renina e inibendone l’attività. Così si impedisce la trasformazione dell’angiotensinogeno in angiotensina I e quindi si abbassa la pressione. La classe di principi attivi degli inibitori della renina esiste solo da pochi anni. Come gli antagonisti dell’angiotensina II, essi hanno un’ottima tollerabilità e vaste possibilità d’impiego.

Antagonisti del calcio

Nell’ipertensione essenziale c’è una vasocostrizione delle ramificazioni terminali delle arterie (arteriole). Gli antagonisti del calcio hanno l’effetto di far affluire meno calcio nelle cellule muscolari della parete delle arteriole, per cui esse si dilatano e la pressione si abbassa.

Diuretici

I diuretici sono farmaci che aumentano l’escrezione urinaria. Incrementano soprattutto l’escrezione di acqua e di sodio da parte dei reni, con conseguente diminuzione della quantità di sangue circolante, della resistenza nelle arteriole e della pressione.

Beta-bloccanti

Il simpatico, ramo stimolante del sistema nervoso vegetativo, stimola il cuore e la circolazione. Sollecitazioni psichiche o fisiche eccitano il simpatico causando un aumento della pressione. I beta-bloccanti occupano i recettori delle sostanze che trasmettono i segnali nel simpatico, riducendone così l’influsso sul sistema cardiovascolare: ciò determina diminuzione della pressione e della frequenza del polso.

Antiaritmici

I medicamenti contro disturbi del ritmo cardiaco (antiaritmici) si usano sia a scopo preventivo, sia anche per far cessare un disturbo acuto del ritmo: in tal caso generalmente si somministrano per iniezione.

Digossina

Il principio attivo digossina proviene dalla pianta chiamata digitale. La digossina rafforza il muscolo cardiaco, aumenta il rendimento del cuore quale pompa premente e lo fa battere più lentamente e più ritmicamente.

Ipolipidemizzanti

Per abbassare dei tassi sanguigni troppo elevati dei lipidi sono disponibili diversi gruppi di medicamenti. I principi attivi più importanti sono le statine, che inibiscono un enzima del fegato importante per la produzione del colesterolo. Così nel fegato si produce meno colesterolo e si distrugge più "cattivo" colesterolo LDL. Le statine combattono anche l’arteriosclerosi. Altri ipolipidemizzanti sono i fibrati e gli scambiatori di ioni.

Gli inibitori di PCSK9, di recente disponibili, costituiscono una nuova classe di ipocolesterolemizzanti molto efficaci. Si tratta di anticorpi monoclonali in grado di legarsi alla proteina PCSK9 (proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9), riuscendo così ad aumentare l'assorbimento di colesterolo LDL dal sangue al fegato. Ciò porta a una riduzione significativa del colesterolo LDL nel sangue. I medicamenti vengono iniettati per via sottocutanea e il loro effetto dura diverse settimane o mesi.

Nitrati

Le sostanze contenenti nitrati o simili ai nitrati (nitroglicerina) dilatano i vasi sanguigni, riducono il lavoro del cuore ed eliminano gli spasmi vascolari. Inoltre i nitrati hanno un effetto favorevole sull’apporto e sul consumo di ossigeno del cuore. I nitrati si impiegano soprattutto nell’angina pectoris.

Antitrombotici

Gli antitrombotici impediscono la formazione di coaguli di sangue. A tal fine si impiegano diversi tipi di principi attivi:

  • Anticoagulanti: gli anticoagulanti inibiscono la coagulazione del sangue. Si distingue tra principi attivi ad azione rapida, che si devono iniettare (eparine), e principi attivi il cui effetto dura parecchi giorni e che si prendono per bocca (cumarine). Per un’anticoagulazione a lunga scadenza, per esempio dopo una trombosi, i pazienti devono assumere farmaci del tipo delle cumarine. La coagulabilità del sangue dev’essere controllata regolarmente.
  • Antiaggreganti: fanno parte di questi medicamenti l’Aspirina e sostanze ad azione simile. Impediscono alle piastrine (trombociti) di raggrumarsi.

Possibili effetti collaterali

All’inizio del trattamento il farmaco può causare una diminuzione dell’efficienza fisica o psichica con stanchezza, vertigini e difficoltà di concentrazione se la pressione diminuisce rapidamente. L’organismo però si abitua alla pressione più bassa, per cui col tempo i disturbi scompaiono. Ma in alcuni pazienti si verificano anche degli effetti collaterali di maggior durata. Ne sono esempi una tosse irritativa fastidiosa ma innocua (inibitori dell’ACE) o disturbi dell’erezione (beta-bloccanti). Se in lei si manifestano degli effetti collaterali è molto importante non cessare semplicemente di assumere il medicamento. Deve assolutamente discutere prima i problemi col medico, che diminuirà la dose del farmaco, le prescriverà un altro medicamento oppure comincerà una terapia con un’associazione di due principi attivi. Così facendo, nella maggior parte dei pazienti gli effetti collaterali diminuiscono. Oggi per il trattamento dell’ipertensione ci sono così tanti principi attivi differenti che quasi tutti i pazienti si possono curare bene e senza effetti collaterali.

Tenere l'elenco delle medicine

Per avere una visione generale, la cosa migliore è tenere una propria lista dei farmaci. Nel nostro shop si può scaricare l'elenco.