Palpitazioni

I battiti cardiaci in più sono di solito innocui, ma possono diventare fastidiosi o creare ansia. A volte indicano una cardiopatia, come la fibrillazione atriale. Il cardiologo Alexander Breitenstein del Centro cardiologico universitario di Zurigo spiega perché la fibrillazione atriale, in particolare, non è innocua.

Aggiornato il 29 gennaio 2024
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Un cuore che saltella stranamente, quindi una breve pausa e poi un battito leggermente più intenso: è un fenomeno che interessa molte persone. Che cos'è?
PD Dr. Alexander Breitenstein:
In realtà si osserva molto spesso questo tipo di inciampo cardiaco. Si tratta di battiti extra o extrasistoli, che non sono altro che un'attivazione supplementare del cuore. Il battito arriva un po' troppo presto e di solito lascia una pausa fino al successivo battito regolare che ricomincia. Durante questa pausa, le camere del cuore hanno più tempo per riempirsi, e il cuore espelle una maggiore quantità di sangue, per cui si percepisce più forte il battito cardiaco successivo.

Quando si verificano queste brevi interruzioni?
Le extrasistoli tendono a diminuire con l'attività fisica. Al contrario, è più probabile che si percepiscano quando si sta riposando, sdraiati sul divano o a letto, prima di addormentarsi. Il cuore batte allora più lentamente e le cellule cardiache hanno più capacità di scaricarsi e innescare tali battiti.

Le palpitazioni sono innocue?
Dipende dalla situazione in cui si verificano. Ogni cellula del cuore ha la capacità di innescare questi battiti in più. Ecco perché le sperimentano molte persone sane. Se il cuore è sano, le extrasistoli sono poco frequenti e la persona colpita non ne soffre durante la vita quotidiana, non è necessario fare nulla. Tuttavia, osserviamo anche palpitazioni in cardiopatici, per esempio dopo un infarto. Dobbiamo quindi valutarle in modo più approfondito.

In caso di palpitazioni, quando si dovrebbe andare dal medico?
Raccomando una visita di controllo se il disturbo è fastidioso e ci si sente soggettivamente limitati. Oppure se le extrasistoli si verificano molto frequentemente, cioè ogni tre o quattro battiti. In questo caso, a lungo termine le prestazioni del cuore possono soffrirne. Se le extrasistoli si verificano insieme ad altri sintomi come vertigini, perdita di coscienza o affanno importante, vanno valutate con urgenza: possono essere il sintomo di una cardiopatia sottostante.

Le palpitazioni possono anche essere un segno di fibrillazione atriale?
Sì, è possibile. Soprattutto quando il polso diventa improvvisamente veloce e irregolare. Ciò a volte si associa a una riduzione delle prestazioni fisiche, affanno, vertigini o una sensazione di costrizione al petto.

Cosa succede nella fibrillazione atriale?
La fibrillazione atriale è un'aritmia dell'atrio. Il normale segnapassi del cuore, il ritmo sinusale, si interrompe del tutto. Gli atri battono in modo caotico e veloce, da 300 a 600 volte al minuto, e trasmettono ai ventricoli un'attivazione irregolare. Da qui il tipico polso rapido e irregolare che i pazienti avvertono nella fibrillazione atriale.

La fibrillazione atriale è pericolosa?
Sì e no. Non è un'aritmia che minaccia direttamente il cuore e che può portare alla morte. Ciò che è pericoloso è che la fibrillazione atriale può scatenare un ictus. Questo rischio non è uguale per tutti i pazienti. Il rischio individuale, quindi, dovrebbe essere discusso con il paziente e, se necessario, dovrebbe essere iniziato un trattamento preventivo con anticoagulanti per evitare un ictus il più possibile.

La fibrillazione atriale può essere curata?
Sì, è curabile. Da un lato, curiamo i fattori di rischio che affaticano il cuore e quindi favoriscono la fibrillazione atriale. Questo significa pressione arteriosa o diabete mal controllati, obesità, apnee del sonno. Nella seconda fase, discutiamo come trattare direttamente la fibrillazione atriale. Il modo in cui la trattiamo dipende da quanto tempo è presente la fibrillazione atriale stessa. Se dura da molto tempo, e difficilmente riusciamo a riportare il ritmo alla normalità, allora la chiave è un buon controllo della frequenza cardiaca. Con i medicamenti facciamo in modo che il polso non sia troppo veloce, così che i pazienti avvertano meno sintomi possibili. In una fase iniziale, tuttavia, quando la fibrillazione atriale non si è ancora stabilizzata, si cerca di mantenere normale il ritmo cardiaco più a lungo possibile. Questo può essere fatto con un medicamento o un intervento tramite catetere, la cosiddetta ablazione.